Fino a pochi anni fa, il classico armamentario contro l’ipercolesterolemia era costituito dai soli inibitori della idrossimetilglutaril-coenzima A (HMG-CoA) reduttasi, più noti come statine, nonché da ezetimibe e, residualmente, dalle resine sequestranti gli acidi biliari. Ad oggi possiamo contare anche sugli inibitori della proproteina convertasi subtilisina/kexina tipo 9 (PCSK9) e su molecole in fase avanzata di valutazione, pertanto prossimi alla commercializzazione: inclisiran, evinacumab ed acido bempedoico.
Archivi Giornalieri: 19 Giugno 2021
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