Cos’è l’aritmia fetale, come si presenta e quali sono le cure

Spesso parlare di aritmia fetale vuol dire attivare una serie di paure e timori per il nascituro, il bambino che è ancora nella pancia della mamma. In realtà non bisogna avanzare timori perché la medicina consente di monitorare con il giusto anticipo eventuali situazioni da tenere sotto controllo.

Senza dimenticare che potrebbero esserci anche dei casi di falsi positivi. Ma non bisogna sottovalutare il problema, anzi: l’importante è monitorare tutto e verificare se ci sono problemi per avere la situazione sotto controllo. Per il bene del bambino e della madre. Ma cosa dobbiamo sapere in più su questa problematica di un bambino che non è ancora nato ma già si fa sentire?

Cos’è l’aritmia fetale e cosa significa

Con il termine aritmia (dal greco a- privativa e rythmos, movimento) intendiamo un’alterazione del ritmo dei battiti cardiaci. Mentre la tachicardia riguarda solo l’accelerazione, questa condizione di aritmia abbraccia diverse situazioni e condizioni. Nella variante fetale osserviamo queste variazioni nel cuoricino di un feto, vale a dire lo sviluppo di un organismo già dotato di caratteristiche tipiche.

Questo è possibile perché non esiste un’età tipica e ben definita per osservare lo stato di aritmia cardiaca. Una tachicardia, una bradicardia o una fibrillazione del tutto irregolare: c’è la possibilità che questi disturbi si presentino anche in giovane età. E, come possiamo constatare, anche in un feto.

Come si osservano le aritmie fetali?

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Il modo migliore per scoprire anomalie del ritmo relativo al battito cardiaco del bambino non ancora nato: andare dal ginecologo. Sarà questa figura professionale a stabilire come e quando stabilire analisi più approfondite che consentono di effettuare ľesame ecocardiografico. Vale a dire un sistema non invasivo, basato su emissioni di ultrasuoni che consentono di scoprire forme e ritmi del cuore.

In linea di massima, una prima valutazione del cuore fetale si ottiene durante le attività di controllo ordinarie. Ma ci sono delle valutazioni che comportano un aumento di attenzione da parte del medico. 

Che, con le giuste valutazioni, dovrebbe invitare ad affrontare un ecocardiogramma dettagliato della condizione. Meglio se eseguito da un medico specializzato nella valutazione cardiaca di un feto. 

Come suggerisce heart.org, esistono due tipologie di ecocardiografie: addominale ed endovaginale. La prima si effettua con una normale sonda ecografica sul ventre della mamma, la seconda usa un dispositivo a ultrasuoni per effettuare una foto del cuore del bambino anche all’inizio della gravidanza.

L’aritmia è per forza un problema grave?

Non per forza ma non è assolutamente un passaggio da sottovalutare. Se si riscontra un problema di questo tipo – esistono tante variabili tra tachicardie, fibrillazioni e bradicardie – è necessario monitorare in modo costante lo stato di salute senza sottovalutare ma neanche drammatizzare inutilmente. 

Basta affidarsi al medico specializzato che può anche diagnosticare, ad esempio, leggere variazioni non gravi. Sempre secondo heart.org:

“There is a wide range of acceptable fetal heart rates (normal is between 120 and 160 but many normal fetuses have heart rates as low as 90 with no concerns). Many fetuses will have a very short (5 to 10 seconds) drop in heart rate when the sonographer is doing the ultrasound which is a normal variant. It is also very common for the fetus to have occasional premature or early beats that are benign and usually go away shortly after birth. More important fetal heart problems include tachycardia (hear rate too fast) and bradycardia (heart rate too slow)”.

Possiamo osservare, dicono sul portale in questione, un’ampia gamma di condizioni cardiache del feto accettabili. Un ritmo nella norma è compreso tra 120 e 160 ma in diversi casi si può ridurre la frequenza senza problemi. Molti feti possono registrare un calo molto breve (da 5 a 10 secondi) della frequenza cardiaca che si definisce come variante normale. E si stabilizza poco dopo la nascita. 

In alcuni casi, invece, le artimie fetali si normalizzano nelle ultime settimane di gravidanza. Però i problemi cardiaci fetali più importanti – come la tachicardia con frequenza cardiaca troppo veloce e la bradicardia (frequenza troppo lenta) – devono essere sempre monitorati al meglio. Non si tratta di ignorare il problema o ingigantire, sarà sempre il medico a valutare cosa fare e in quali tempi.

Cause e trattamenti dei difetti cardiaci congeniti

In alcuni casi non ci vogliono cure, il difetto si normalizza. In altri si possono prevedere dei farmaci da somministrare alla madre con grande attenzione a dosi e quantità per evitare problemi al feto. 

In condizioni gravi si deve pensare a un travaglio monitorato in strutture specifiche per subentrare nel momento in cui ci siano complicanze o necessità di operare il neonato subito dopo il parto. 

Le cause dei difetti cardiaci come le aritmie possono essere differenti. Secondo www.cdc.gov, una parte dei casi deriva da cambiamenti di geni o cromosomi in modo del tutto casuale, non controllabile. Ma non solo, ci sono altri aspetti da valutare che riguardano anche il comportamento individuale:

“CHDs also are thought to be caused by a combination of genes and other factors, such as things in the environment, the mother’s diet, the mother’s health conditions, or the mother’s medication use during pregnancy. Certain conditions a mother has, like pre-existing diabetes or obesity, have been linked to heart defects in the baby.

Le malattie coronariche nel feto possono essere causate da una combinazione di fattori. Tra questi abbiamo anche la dieta e la salute generale della madre, l’uso di farmaci e il fumo durante la gravidanza. Ma anche diabete e obesità sono fattori collegati a difetti cardiaci nel bambino (Patel SS, Burns TL. Nongenetic risk factors and congenital heart defects. Pediatr Cardiol. 2013). Tutto questo può essere letto come un invito a prendersi cura sempre e comunque della propria salute, e della dieta in generale. Le buone abitudini che tengono lontane aritmie, malattie cardiovascolari e dislipidemie negli adulti sono il punto di partenza anche per una gravidanza sana.