È nota l’associazione tra statine e la possibile insorgenza di diabete mellito di tipo 2. L’acido bempedoico ha invece tutte le caratteristiche per divenire una validissima alternativa per i pazienti intolleranti alle statine e/o con necessità di ottenere una ulteriore riduzione dei livelli di colesterolo LDL.
Claudio Ferri
L’aumento della pressione di riempimento ventricolare sinistro è un aspetto tipico dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (heart failure with preserved ejection fraction, HFpEF), una forma di scompenso cardiaco particolarmente frequente nelle donne
La carenza di ferro è caratteristica comune nei pazienti con insufficienza cardiaca. La carenza marziale si associa ad intolleranza all’esercizio, minore qualità di vita e prognosi infausta, soprattutto – ma non solo – in pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta.
Le linee guida raccomandano il trattamento della dislipidemia sia in prevenzione primaria che secondaria. Sebbene la terapia con statine sia efficace e costituisca – insieme alla dieta – il trattamento di prima linea nella gestione delle dislipidemie, molti pazienti non raggiungono i livelli prefissati di colesterolo LDL.
L’acido bempedoico è un nuovo farmaco ipolipemizzante non statinico che inibisce la biosintesi epatica di colesterolo a livello dell’ATP-citrato liasi, due passaggi a monte del bersaglio delle statine (l’enzima HMG-CoA reduttasi) (Figura 1). Somministrato come profarmaco, l’acido bempedoico viene convertito in forma attiva da un enzima presenti solo nel fegato, ma non nei muscoli striati. La mancanza del metabolita attivo […]
L’ipertensione arteriosa rappresenta un determinante cruciale della morbilità e mortalità cardiovascolare. Nonostante le raccomandazioni delle più recenti Linee Guida europee sul tema, la vasta gamma di farmaci a disposizione e le misure relative allo stile di vita intraprese da diverse nazioni, il raggiungimento dell’obiettivo pressorio desiderabile è rimasto nettamente minoritario rispetto alla immensa quantità di pazienti ipertesi (circa un terzo […]
Nell’era successiva a quella delle statine, i più potenti farmaci ipolipemizzanti usciti sul mercato sono rappresentati dagli anticorpi monoclonali. Questi monoclonali, infatti, sono in grado di ridurre il colesterolo LDL dal 45% al 64% quando aggiunti a statina+ezetimibe, risultando per altro efficaci anche quando usati in monoterapia.