È stato presentato all’ultimo congresso ANMCO un recente studio condotto da CliCon srl in collaborazione con un campione di Aziende Sanitarie Locali Italiane finalizzato a stimare la quota di pazienti dislipidemici in trattamento con farmaci ipolipemizzanti che non raggiungono il target di C-LDL
Tutti gli articoli di Luca Degli Esposti
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I risultati di una recenti analisi real-world sull’impatto dell’aderenza ai farmaci ipolipemizzanti nel raggiungimento del target lipidico in Italia.
La fibrillazione atriale non valvolare (FANV) rappresenta l’aritmia cardiaca più comunemente diagnosticata (1-2% della popolazione generale) ed è considerata una delle maggiori cause di ictus. Gli antagonisti della vitamina K (AVK), come il warfarin, rappresentavano fino a qualche anno fa la terapia anticoagulante orale d’elezione in pazienti con fibrillazione atriale, per la loro efficacia nel ridurre il rischio relativo di ictus. Negli ultimi anni, l’approvazione degli anticoagulanti orali non antagonisti della […]
Soprattutto nei pazienti considerati erroneamente a basso rischio, l’inizio tardivo dei trattamenti ad alta intensità appare come uno dei principali fattori da modificare al fine di migliorare la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
La presenza combinata di ipertensione e ipercolesterolemia è stata ampiamente associata ad un incremento significativo dell’incidenza di complicanze cardiovascolari. Nonostante evidenze indichino come un regime politerapico con farmaci antipertensivi e ipolipemizzanti possa essere efficace nel ridurre l’insorgenza di eventi cardiovascolari, diversi studi hanno mostrato una quota non ottimale di pazienti trattati in modo appropriato con tali terapie.
È stato condotto uno studio retrospettivo osservazionale al fine di valutare i percorsi terapeutici dei pazienti con SC, analizzare i tassi di ri-ospedalizzazione e stimare il consumo di risorse sanitarie e costi assistenziali a carico del SSN.
Le terapie con gli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi) hanno mostrato essere efficaci nel favorire il miglioramento clinico in pazienti con patologie come diabete, cardiopatie ischemiche, insufficienza cardiaca e malattia renale cronica.
Nella prevenzione cardiovascolare in relazione al profilo di rischio dei pazienti Nonostante numerose evidenze indichino che l’aderenza alla terapia con statine sia un fattore essenziale nel determinare l’efficacia del trattamento, e che una maggiore aderenza sia associata ad una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari in prevenzione primaria e secondaria, nei pazienti trattati con statine si registrano in pratica clinica livelli subottimali di aderenza che non migliorano nel corso degli anni. Allo scopo […]
È stato recentemente pubblicato sul Sole 24 Ore uno studio volto a valutare il numero di pazienti che, in pratica clinica, non raggiunge il target terapeutico desiderato nonostante l’ottimizzazione dell’aderenza terapeutica.