Potrebbe essere la nuova frontiera della lotta al nuovo Coronavirus. Il cerotto anti-covid sarebbe una soluzione perfetta per sostituire l’inoculazione del vaccino.
La ricerca per scoprire nuovi metodi per contrastare la diffusione di questa pandemia avanza e, oltre a individuare medicinali per curare il Covid-19, si lavora per capire come ottimizzare la campagna vaccinale.
Campagna che procede spedita nei paesi industrializzati, meno in quelli che hanno maggiori difficoltà a gestire la grande sfida moderna. E i motivi sono vari, sia logistici che economici.
In ogni caso è sempre importante avere nuove armi per combattere il Covid-19. In quest’ottica c’è da valutare la possibilità di aggiungere alle possibili soluzioni anche il cerotto anti-Covid che, è bene dirlo subito, non è ancora una realtà pubblica, disponibile su larga scala, ma i primi test stanno dando buoni esiti. Ecco quali sono gli ultimi risultati della sperimentazione.
29 Luglio 2022: un aggiornamento
Secondo i primi risultati pubblicati dalla rivista Vaccine, una ricerca condotta presso l’Università del Queensland avrebbe dato degli ottimi risultati nello studio di una vaccinazione somministrata per via cutanea.
Infatti, i Ricercatori australiano avrebbero sviluppato una metodologia sottopelle, tecnicamente un vaccino a subunità proteica, che indurrebbe una larga risposta immunitaria di anticorpi neutralizzanti contro le recenti varianti Delta e Omicron del virus Sars-Cov-2.
Inizialmente gli studi erano stati condotti sulle varianti dominanti ad inizio 2021, Alpha e Beta; ma, data la comparsa a livello globale di ulteriori varianti di interesse e preoccupazione, i ricercatori hanno esaminato la potenza neutralizzante di questi vaccini nei confronti delle nuove varianti emerse, sia attraverso iniezione che attraverso patch cutaneo.
La somministrazione del vaccino tramite iniezione non ha prodotto quasi nessuna attività neutralizzante contro nessuna variante. Al contrario, somministrando il vaccino tramite applicazione cutanea, esso ha indotto una potente risposta anticorpale neutralizzante contro tutte le varianti.
Cos’è il cerotto anti-Covid, una definizione
Quello che oggi viene definito cerotto anti-Covid 19, tecnicamente noto come skin patch–delivered SARS-CoV-2 spike vaccine, è un dispositivo da applicare sulla pelle per permettere a 5.000 minuscoli aghi di iniettare l’HexaPro, principio attivo basato su una versione modificata della proteina virale Spike già in fase di sperimentazione clinica.
Il cerotto è monodose, somministrabile da personale non specializzato e facile da conservare anche per i paesi più caldi. Il dispositivo è stato presentato dalla rivista di divulgazione medica science.org ed è frutto della collaborazione tra le università del Queensland e del Texas che stanno ancora lavorando al perfezionamento del vaccino.
La sperimentazione del vaccino in corso
La metodologia di vaccinazione, la HD-MAP proposta dall’azienda di biotecnologie australiana Vaxxas, e il vaccino HexaPro, è ancora in una fase sperimentale ma con gli animali ha dato buoni risultati. Sembrerebbe addirittura, secondo i dati messi a disposizione dall’azienda produttrice, che potrebbe fornire una risposta immunitaria superiore ad alcuni vaccini attualmente a disposizione.
Quali sono i vantaggi fondamentali?
Il cerotto anti-Covid 19 è perfetto per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere una campagna di immunizzazione adeguata alle esigenze imposte dalla sfida globale.
Quali sono le sue caratteristiche?
In primo luogo questa skin patch è particolarmente economica ed è molto stabile nel tempo, anche con climi molto caldi.
I vaccini attualmente disponibili necessitano invece di una conservazione a temperature molto basse (il vaccino Pfizer-BioNtech deve essere trasportato ad una temperatura stabile inferiore ai -70°) e hanno una stabilità limitata tra 2 e 8 gradi, rendendo difficile il trasporto e la distribuzione globale.
Mentre il cerotto:
“After 1 month at 25°C in the presence of 0.25% HSA, full antigenic reactivity was recovered, suggesting excellent stability. While 1 week of storage at 40°C resulted in minimal antigenic loss, 1 month storage at this elevated temperature resulted in limited antigenic recovery”.
Dopo un mese di conservazione del cerotto anti-Covid 19 a 25 gradi – sempre secondo l’articolo di presentazione già citato – è stata recuperata la piena reattività antigenica, suggerendo un’eccellente stabilità. Mentre una settimana a 40 °C ha introdotto una perdita antigenica minima, idem per 1 mese di conservazione a questa temperatura elevata.
Cosa significa tutto questo?
Per i paesi in cui ci sono difficoltà logistiche e temperature elevate è più semplice gestire i flussi di immunizzazione in situazioni di difficoltà.
A tutto ciò si aggiunge un dettaglio importante: è un farmaco monodose, una soluzione che aiuta il processo di immunizzazione di massa nelle situazioni più difficili da gestire. Soprattutto perché, come suggerisce lo studio ufficiale, gli anticorpi derivati dal cerotto neutralizzano le variabili clinicamente rilevanti, comprese le ben note Alpha e Beta.
Perché il cerotto anti-Covid è importante per noi?
In primo luogo perché ogni passo avanti della sperimentazione scientifica ci aiuta ad aggiungere strumenti per combattere la pandemia. Inoltre, bisogna abbracciare una visione ampia e sistemica della condizione pandemica che ormai ci interessa da quasi 2 anni.
Ciò significa che non basta risolvere il problema in Europa e negli USA per essere al sicuro. Solo aiutando la popolazione mondiale a vaccinarsi possiamo avere qualche speranza di lasciarci alle spalle questa pandemia anche grazie a una maggior distribuzione dei vaccini. L’invito ad avere altri vaccini validi arriva dal sito scientifico Pubmed che sottolinea:
“Several highly efficacious vaccines for SARS-CoV-2 have been developed and are used in the population. However, the current production capacity cannot meet the global demand. Therefore, additional vaccines-especially ones that can be produced locally and at low cost-are urgently needed”.
La capacità produttiva mondiale dei vaccini non è in grado di soddisfare la domanda. Quindi, sono necessari ulteriori vaccini che possono essere prodotti localmente e a basso costo. I test preclinici di HexaPro sono quelli di un candidato al vaccino che soddisfa questi criteri.
Quindi il cerotto anti-Covid 19, economico e facile da somministrare ma anche stabile, è un’arma decisiva per aiutare tutti noi a sconfiggere la malattia dovuta al nuovo Coronavirus. Perché vaccini successivi a quelli che attualmente utilizziamo, in primo luogo Pfizer e Moderna, possono essere pensati per abbracciare e ridurre l’efficacia delle varianti.