Attualità in Tema di Dislipidemie: Background, Cure e … citazioni

(apparentemente fuori contesto)

Oggi voglio abbandonare per una volta i panni del “Commentatore” delle Linee Guida (LLGG) che mi vedono ormai da mesi impegnato sulle pagine di .cuore e vestire quelli del “Divulgatore” in merito ad uno dei #TrendTopic per il medico odierno (sia esso cardiologo come me oppure medico di medicina generale (MMG), diabetologo, internista, vascolare etc.) e mi riferisco al tema delle Dislipidemie.

Ovviamente, spero mi sia concessa una modalità “atipica” di divulgare, che tra poche righe scoprirete.

Il tema è caldo poiché le dislipidemie sono uno dei principali attori “protagonisti” della malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD).
E se fosse un film, visto che parliamo di attori, potremmo citare il titolo A Qualcuno Piace Caldo che identifica una delle migliori commedie (datata) del cinema USA. Tale titolo sembra totalmente decontestualizzato ma in fondo in fondo un link credo si possa scorgere:

  • La dislipidemia, secondo i dati OsMed2019, ha una prevalenza in Italia del 19,8% (per un totale di circa 10 milioni di pazienti)
  • Oggigiorno, specie per quanto accaduto negli ultimi 5 anni, il panel delle terapie a disposizione per il loro trattamento ha avuto una crescita davvero significativa
  • Tuttavia, stando anche ai dati dell’ultimo studio Da Vinci la percentuale di pazienti (pz) che raggiungono i target di riferimento in base allo specifico rischio è davvero bassa [solo il 54% e il 33% dei pazienti raggiunge i livelli di colesterolo LDL raccomandati dalle linee guida EAS/ESC del 2016 e del 2019, rispettivamente]
Ergo, Voi Vi chiederete: perché?

Ed allora, provocatoriamente si potrebbe citare in modo letterale il film del 1959 di cui sopra.

Gli strumenti a disposizione del/i medico/i sono tanti: assieme alla “vecchie” statine (sia da sole che in associazione precostituita assieme all’ezetimibe), oggi la strategia terapeutica (specie per quanto riguarda le classi di rischio più elevato) può annoverare farmaci quali gli anti-PCSK9 e ben presto vedrà all’orizzonte anche l’acido bempedoico piuttosto che l’inclisiran.

E citando un altro film (nonché prima ancora romanzo) si potrebbe dire che sia possibile un
A Ciascuno Il Suo

poiché anche la carta dei nutraceutici risulta percorribile, laddove ci sia stata un’oculata analisi del profilo di rischio del pz e si sia di fronte ad un setting non così grave.

Tuttavia come già svelato la “trama” ci dice che Noi medici non riusciamo a raggiungere in una grossissima fetta di pz i cut-off di riferimento richiesti per abbassare il rischio di eventi cardiovascolari.

E pertanto, anche se non siamo di fronte ad un drammatico Uno Su Mille Ce La Fa, ritengo sia necessario ancor più analizzare Tutti gli items che portano a questo risultato davvero pessimo:

  1. Modelli di cura da rivedere? Forse.
    Quello che ci ha insegnato il covid-19 in termini di risorse tecnologiche applicate alla cura dei pz credo non vada cestinato. Tutt’altro! Andrà implementato e meglio mirato e/o definito il percorso della Tele-Health/e-Health.
  2. Motivare i medici ad esser meno inerti e più propensi anche ad un ruolo di “Educatori”? Anche.
    Il medico del futuro (ma anche e soprattutto del presente) non potrà prescindere dell’esser sempre più anche un “Manager” innanzitutto del proprio Tempo, una risorsa che tende a scarseggiare ahimè ancor prima di quelle economiche. E questa tematica ben si sposa col concetto di Modelli di Cura da Revisionare poco sopra accennato.
  3. Manager quindi ma anche capaci di integrare in team le proprie competenze sia tecniche che non (soft-skills, meta-skills, etc.)
    Perché giungendo all’ennesima citazione di giornata: La Vita è Adesso e dobbiamo contribuire a renderla migliore per i nostri pz sfruttando appieno sia i farmaci (molti) a nostra disposizione che le strategie per farli rendere appieno questi farmaci, percorrendo prima fra tutte la strada dell’aderenza.