Con il termine endocardite si intende un’infiammazione dell’endocardio, il rivestimento interno del cuore, in genere causata da batteri (endocardite batterica o endocardite infettiva). È una condizione che può danneggiare il cuore ed essere pericolosa per la vita.
L’endocardite può causare diverse complicazioni, quali l’infarto, il soffio al cuore, danni alle valvole cardiache e insufficienza cardiaca; ascessi (sacche di pus) nel cuore, nel cervello, nei polmoni e in altri organi; embolia polmonare (coagulo di sangue in un’arteria polmonare), danni ai reni e milza ingrossata.
Quali sintomi sviluppa l’endocardite?
Non sempre sono evidenti i sintomi di questa condizione, che possono anche manifestarsi dopo settimane o mesi. Nelle prime fasi dell’endocardite i sintomi sono simili ad altre patologie.
- Sintomi tipici dell’influenza, come febbre, mal di testa, brividi, tosse e mal di gola, stanchezza
- Perdita di peso inspiegabile
- Pallore
- Sudorazioni notturne
- Dolore a muscoli e articolazioni
- Gonfiore ai piedi, alle gambe o all’addome
- Nausea o diminuzione dell’appetito
- Battito cardiaco anormale
Fattori di rischio e cause dell’endocardite
È molto difficile che un cuore sano sviluppi l’endocardite, condizione invece più frequente in pazienti affetti già da patologie cardiache o con valvole cardiache artificiali o danneggiate o con difetti cardiaci congeniti (cuore irregolare o valvole cardiache anormali), poiché il cuore potrebbe essere più suscettibile alle infezioni.
L’endocardite si manifesta inoltre più spesso in persone di età superiore ai 60 anni.
Anche i pazienti con pacemaker, o con altri dispositivi impiantati, sono a rischio di endocardite, perché i batteri possono attaccarsi alla superficie del dispositivo causando un’infezione del rivestimento del cuore.
Una scarsa igiene orale favorisce la crescita di batteri all’interno della bocca, che possono entrare nel flusso sanguigno attraverso un taglio sulle gengive.
Chi fa uso di droghe per via endovenosa può sviluppare l’endocardite perché gli aghi possono essere contaminati da batteri.
Anche l’uso del catetere per un lungo periodo di tempo (catetere a permanenza) aumenta il rischio di endocardite.
Diagnosi
Per poter diagnosticare un endocardite inizialmente ci si basa sulla storia medica del paziente e sull’esame dei sintomi. Mentre una serie di test permette una diagnosi più accurata.
- Esami del sangue: un esame emocoltura potrà confermare se batteri, funghi o altri microrganismi causano l’endocardite.
- Elettrocardiogramma: l’analisi dell’attività elettrica del cuore può rilevare un ritmo o una frequenza cardiaca anormali.
- Ecocardiogramma transtoracico: visualizza il cuore e le valvole cardiache, utilizzando onde ultrasoniche per creare un’immagine del cuore e permettendo di cercare eventuali segni di danni o movimenti anormali del cuore.
- Ecocardiogramma transesofageo: si ricorre a questo test se l’ecocardiogramma transtoracico non dà i risultati sperati.
- Radiografia del torace: permette al medico di distinguere tra endocardite e altre condizioni che coinvolgono i polmoni.
Trattamenti e prevenzione
Esistono 2 tipi di trattamenti contro l’endocardite:
- Antibiotici: terapia antibiotica ospedaliera per via endovenosa. Successivamente il medico potrà far continuare il trattamento con antibiotici da assumere per via orale. La terapia antibiotica richiede in genere fino a 6 settimane per essere completata.
- Chirurgia: un intervento chirurgico per rimuovere tessuto morto, tessuto cicatriziale, accumulo di liquidi o detriti dal tessuto infetto o per riparare o rimuovere la valvola cardiaca danneggiata e sostituirla con materiale artificiale o tessuto animale.
Come ridurre il rischio di endocardite?
Un primo passo consiste nel riconoscerne i sintomi e richiedere quindi un consulto medico. Come abbiamo visto anche l’igiene orale gioca un ruolo importante nello sviluppo di questa condizione: dunque dedicarsi a una costante e accurata igiene di denti e gengive e visite odontoiatriche periodiche sono utili nella prevenzione dell’endocardite.
È importante quindi evitare che i batteri possano entrare nel sangue. Non usare droghe per via endovenosa e fare attenzione a piercing o tatuaggi, procedure che possono facilmente permettere l’ingresso di batteri nel sangue.
Sono prescritti anche antibiotici preventivi contro l’endocardite per pazienti che presentano un elevato rischio di endocardite batterica:
- hanno subito un trapianto di cuore,
- hanno problemi alle valvole cardiache,
- devono sottoporsi a procedure odontoiatriche che possono causare sanguinamento,
- hanno malattie cardiache quali cardiopatie congenite cianotiche complesse (stati del ventricolo singolo, trasposizione delle grandi arterie, tetralogia di Fallot), cardiopatie congenite cianotiche non riparate,
- devono sottoporsi ad interventi che coinvolgono vie respiratorie, vie urinarie o tubo digerente.