Il raggiungimento del target nella pratica clinica
La ricerca scientifica e l’epidemiologia clinica hanno ampiamente dimostrato la responsabilità delle dislipidemie sull’incidenza della malattia cardiovascolare e i benefici ottenibili con la riduzione dei livelli plasmatici del colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (C-LDL) mediante trattamenti farmacologici. Tuttavia, evidenze indicano una gestione non ancora ottimale del controllo del colesterolo. È stato recentemente pubblicato sul quotidiano Sanità 24 del Sole 24 Ore uno studio condotto da CliCon S.r.l. in collaborazione con un campione di Aziende Sanitarie Locali, con l’obiettivo di valutare l’effettivo raggiungimento dei target lipidici, il contributo dell’aderenza terapeutica alla riduzione del C-LDL ed il bisogno terapeutico residuo, ovvero il numero di pazienti che, in pratica clinica, non raggiunge il target terapeutico desiderato nonostante l’ottimizzazione dell’aderenza terapeutica.
L’analisi basata sull’integrazione dei flussi amministrativi correnti con il flusso del laboratorio analisi, è stata condotta nell’arco temporale 2013-2019 su un totale di 190.672 pazienti in trattamento con statine e con almeno una rilevazione disponibile del C-LDL, stratificati in base al profilo di rischio. Il controllo del colesterolo è risultato generalmente insoddisfacente e più difficilmente ottenibile nei pazienti con target lipidici più bassi (il 57% dei pazienti con pregresso evento cardiovascolare non raggiunge il target terapeutico C-LDL <70mg/dl) o in coloro con elevata distanza dal targetlipidico (il 60% dei pazienti con dislipidemia familiare, esposti ad elevati livelli di C-LDL per tutta la durata della vita, non raggiunge il target terapeutico) (Figura 1).

In letteratura, numerose evidenze dimostrano come un’aderenza ottimale alla terapia con statine sia strettamente associata ad un minor rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti in prevenzione primaria e secondaria. Come mostrato in Figura 2, il raggiungimento del target terapeutico varia in funzione del livello di aderenza alla terapia. Si può apprezzare, infatti, un incremento nel controllo del colesterolo all’aumentare della copertura terapeutica in tutti i profili di rischio identificati. Tuttavia, solo il 46% dei soggetti aderenti con pregressi eventi cardiovascolari o con ipercolesterolemia familiare raggiunge il target terapeutico.
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