L’ipertensione arteriosa rappresenta un determinante cruciale della morbilità e mortalità cardiovascolare. Nonostante le raccomandazioni delle più recenti Linee Guida europee sul tema, la vasta gamma di farmaci a disposizione e le misure relative allo stile di vita intraprese da diverse nazioni, il raggiungimento dell’obiettivo pressorio desiderabile è rimasto nettamente minoritario rispetto alla immensa quantità di pazienti ipertesi (circa un terzo della popolazione adulta, in Italia).
In questo ambito, negli ultimi anni l’infiammazione sistemica è emersa in misura sempre più imponente come determinante del rischio cardiovascolare. A lato delle patologie infiammatorie di interesse immunoreumatologico, per le quali si è consolidata una stretta connessione con il rischio cardiovascolare, sono emerse altre condizioni infiammatorie con impatto sistemico, recentemente inserite tra i fattori di rischio cardiovascolare emergenti.
I disordini parodontali, caratterizzati da infiammazione a carico dei tessuti duri e molli a sostegno dei denti, rientrano in questa categoria. Recenti evidenze hanno descritto l’esistenza di una associazione tra disordini parodontali ed ipertensione arteriosa.
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