Ancora oggi, in un mondo fortemente indebolito nelle sue componenti umane, sociali ed economiche da una pandemia che ha causato e continua a causare danni incalcolabili, assistiamo a polemiche circa l’utilizzo e l’utilità dei vaccini.
La pandemia che ci colpisce, ormai da quasi un anno, ha riportato alla ribalta della cronaca un argomento assolutamente divisivo e mai del tutto sopito: quello dei vaccini; il tema è di nuovo emerso nel discorso politico e popolare per via dei vaccini anti-COVID-19.
Un tempo obbligatori per i bambini, il dibattito generatosi nei paesi occidentali ha portato oggi alla nascita di movimenti “No Vax”, cioè “antivaccinisti”, e “freeVax”, cioè critici con le vaccinazioni e per la facoltà di scegliere se vaccinarsi o meno.
Ma che cos’è realmente un vaccino e perché è importante vaccinarsi?
Il termine vaccino prende il nome dalla prima pratica di profilassi preventiva scoperta al mondo. Nel 1796 Edward Jenner, un medico britannico del XVIII secolo, notò come le fattrici che lavoravano con le mucche tendevano a non ammalarsi di vaiolo, allora una malattia mortale e largamente sfigurante per i sopravvissuti.

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I suoi studi, iniziati ben 14 anni prima delle prime inoculazioni vaccinali, gli permisero di capire che i mungitori che venivano affetti dal vaiolo bovino riuscivano a superare la malattia del vaiolo umano senza sintomi gravi.
Attraverso molti studi e varie sperimentazioni il Dr. Jenner riuscì dunque a scoprire che inoculando in soggetti sani sangue di persone già immunizzate dal vaiolo bovino, questi potevano essere protetti dal vaiolo umano. Ecco dunque spiegata la nascita del termine vaccino, anzi, della traslazione del termine da aggettivo -di animale bovino- al sostantivo indicato come trattamento immunitario.
Grazie alla vaccinazione, l’incidenza di molte gravi malattie nel mondo è drasticamente diminuita e sono stati evitati miliardi di complicanze e decessi.
L’Importanza dei vaccini
Dai dati epidemiologici emerge chiaramente che grazie alla diffusione delle vaccinazioni si è registrato un importante calo del numero dei casi per tutte le malattie ed in particolare si assiste ad una riduzione da un minimo dell’86% per l’epatite B a un massimo del 100% per poliomielite e difterite.
È importante vaccinare gli adulti e gli anziani, in particolare, perché la nostra è una popolazione che sta invecchiando e deve essere protetta: così come devono essere protetti i bambini, è necessario proteggere la fascia di popolazione più fragile, soprattutto alla luce della possibile aspettativa di vita che la popolazione anziana potrebbe avere ancora davanti.




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Un vaccino, quindi, attiva il nostro sistema immunitario senza farci ammalare, in modo che molte malattie infettive pericolose possano essere prevenute.
Fin dalla nascita il nostro organismo è continuamente esposto a virus, batteri e altri microorganismi, di cui la maggior parte è potenzialmente pericolosa, perché può provocare malattie.
Quando contraiamo una malattia virale, il nostro sistema immunitario innesca una serie di risposte per neutralizzarne la causa e limitarne gli effetti nocivi. La stessa esposizione a questa malattia spesso però ci rende immuni, quindi non la contrarremo più la medesima infezione, perché il sistema immunitario riconosce quel virus.
Lo scopo dei vaccini è ottenere questa immunità senza rischiare di contrarre la malattia.
Il vaccino è un preparato biologico che può contenere, anche se in minima parte, il virus/batterio attenuato o anche un suo antigene, così da “insegnare” al sistema immunitario a riconoscerlo, in modo da attivarsi (senza farci ammalare) in presenza di quel fattore patologico.
Internet e i vaccini
Negli ultimi ani si è assistito ad una specie di “caccia al vaccino” scatenata sui vari “social”, di cui alla base di questa battaglia, sembra esserci la ricerca (superficiale) di informazioni.
Nel mondo “social” specie in questo settore, possiamo trovare molte tra le cause responsabili del cosiddetto “analfabetismo funzionale”:
- la scarsa cultura generale,
- la scarsa educazione ad una cultura della salute,
- una crescente disinformazione attuata soprattutto per mezzo della “rete” ed anche
- un’insufficiente informazione scientifica.
Tutto ciò favorisce la diffusione di credenze nate da una scarsa conoscenza del progresso e della metodologia scientifica.
Esiste poi un’altra componente di natura psicologica che contribuisce ad alimentare questa contro informazione falsata, vale a dire l’effetto Donning-Kruger.
individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi esperti a torto, mentre al contrario persone davvero competenti hanno la tendenza a sottostimare la propria reale competenza. Come corollario di questa teoria, spesso gli incompetenti si dimostrano estremamente supponenti.
Infine, non possiamo non sottolineare il forte individualismo, che spesso sfocia nell’egoismo, soprattutto in alcune categorie umane e che porta a dimenticare i doveri verso la collettività.
Vaccini e fake news
Le fake news e le discussioni sui vaccini possono essere racchiusi in alcune grandi categorie:
• teorie complottistiche (aziende farmaceutiche in connubio con lo Stato italiano, per l’interesse di pochi);
• teoria del danno nascosto (i vaccini creano danni che nessuno vuol far sapere);
• teoria dei materiali dannosi (le sostanze contenute nei vaccini sono tossiche e possono uccidere);
• teoria delle reazioni immunitarie inspiegabili e sicurezza dei rimedi alternativi (mettere insieme i bambini non vaccinati a quelli con delle malattie – tipo il morbillo – per farlo prendere ai bambini).
Tra le fake news nel mondo dei vaccini possiamo elencare le 10 più diffuse:
1. i vaccini causano l’autismo;
2. i vaccini indeboliscono le difese dei bambini;
3. dieci vaccini sono troppi e vengono fatti solo in Italia;
4. i vaccini vengono somministrati troppo presto;
5. i vaccini hanno gravi effetti collaterali;
6. i vaccini sono un grande affare per le case farmaceutiche;
7. i vaccini sovraccaricano il sistema immunitario;
8. chi è vaccinato diventa infettivo;
9. i vaccini contengono elementi cancerogeni che ci uccidono nel lungo tempo (mercurio ecc.)
10. i vaccini non servono perché in passato ci si è sempre ammalati di quelle malattie (morbillo, varicella ecc.) e non è mai successo nulla.
Essendo fake news sono ovviamente tutte e 10 false.
È interessante notare però come il sistema di propagazione delle fake news relative alla salute provenga da privati. Secondo l’Health Web Observatory il processo di creazione delle fake news sanitarie avviene in questo modo:
1. privati cittadini scrivono su blog o forum (il che già dimostra che sono idee personali non vagliate scientificamente da nessun altro, non soggette a peer-review scientifica);
2. tramite i social network inizia il rimpallo delle informazioni (tramite scambi, reazioni e condivisioni) che portano ai più elevati livelli di “engagement”;
3. tali notizie così diffuse possono addirittura arrivare su siti di informazione mass-mediatici (allargando enormemente il loro raggio d’azione, anche se l’engagement diminuisce).
Conclusioni
Potremmo paradossalmente affermare che i vaccini sono stati vittime della loro stessa efficacia.
Il fatto di aver ridotto drasticamente molte malattie infettive ed in alcuni casi aver condotto alla loro eradicazione (es.poliomielite, difterite, vaiolo, tetano ecc.) ha portato alla diffusa opinione che non essendoci più casi di una determinata malattia era inutile vaccinarsi.
Le fake news, spesso nate sui siti non specialistici ed i qualche caso traslate anche su quelli specialistici, hanno poi instillato in alcune persone, il dubbio che i vaccini fossero anche la causa di malattie (esempio clamoroso ne è l’autismo, dimenticando che, nel caso specifico, l’autore dei dati pubblicati in tal senso e riconosciuti, in seguito, come mistificati è stato radiato dalla professione) senza darne una spiegazione scientifica.
Possiamo in sintesi affermare che una gran parte dei problemi relativi alle fake news sui vaccini derivano da una scarsa educazione delle persone alla ricerca di informazioni veritiere su mezzi importanti ma non sempre semplici da consultare, quali quelli presenti su Internet ed in alcuni casi alla volontà di apparire acculturati in un mondo caratterizzato da una evidente “ignoranza funzionale” (dove il termine “ignoranza” è direttamente collegato al suo etimo di “non conoscenza”).
Altro aspetto è legato alla scarsa capacità di indagare le fonti, analizzare i dati delle ricerche scientifiche e farsi un’idea critica e seria sul problema.
Insegnare alle nuove generazioni (magari già dalla scuola dell’obbligo) “come” e “dove” informarsi potrebbe essere una strategia di lungo periodo per dare a tutti la possibilità di capire le trasformazioni che la medicina e la scienza porteranno avanti, ora e nei prossimi anni.