Le ripercussioni dell’inquinamento sulla salute
Una storica sentenza
Era la metà del mese di Dicembre scorso. In Italia ci stavamo interrogando sui colori che le nostre Regioni avrebbero avuto di lì a poco e la mente di molti già vagava pensando ai regali di Natale e a cosa fare in questo periodo festivo diverso dal solito.
Un po’ in sordina, tra le notizie di politica e quelle sanitarie, su alcuni giornali italiani era uscita la notizia di una sentenza da molti definita “storica”: una corte di giustizia londinese aveva, per la prima volta, imputato la colpa della morte di una bambina all’inquinamento ambientale in cui la poverina -asmatica e di salute fragile- era stata costretta a vivere. La vicenda giudiziaria aveva avuto principio nel 2013, quando Ella Kissi-Debrah, questo il nome della vittima, era spirata a seguito di una crisi respiratoria grave. A seguito di questo lutto, la famiglia aveva deciso di denunciare il Borough di Southwark (una municipalità di Londra) per la colpa di non aver vigilato sulla salute di una dei propri abitanti.
A distanza di 9 anni, una corte di giustizia ha finalmente dato ragione ai famigliari della vittima e certificato come l’eccessiva esposizione al biossido di azoto e polveri sottili (superiori alle soglie prescritte dall’Oms) emesse principalmente dalle auto in transito fosse stata una concausa dell’aggravamento dei problemi di salute della bambina.
Non è una novità
Ormai è un dato noto a tutti: vivere in un’area inquinata, sia dal punto di vista dell’aria che dell’acqua e delle relative falde, è dannoso per il corpo. Il collegamento tra malattie e qualità dell’aria, ad esempio, è chiaro: ecco cosa suggerisce l’American Association for Cancer Research sul sito web.
“It’s no surprise that air pollution has been linked with lung cancer. A new study suggests that pollution is also associated with increased risk of mortality for several other types of cancer, including breast, liver, and pancreatic cancer”.
L’inquinamento è già stato ampiamente collegato al cancro ai polmoni, ma diversi studi connettono questo fattore alla mortalità per altri tipi di tumori, tra cui quelli al seno, al fegato e al pancreas. Ci possono essere decine di pericoli incombenti per chi abita in una zona ad alto rischio ambientale, ma la relazione che è stata delineata di recente è quella che riguarda inquinamento e salute del cuore.
Infarti, ictus e inquinamento atmosferico
Secondo la British Heart Foundation c’è rischio per chi vive in zone inquinate, in particolar modo per quanto riguarda la qualità dell’aria. Il pericolo imminente riguarda la possibilità di sviluppare malattie del cuore che possono portare agli esiti peggiori. Il grido d’allarme, infatti, è importante: i decessi per infarto e ictus legati all’inquinamento atmosferico potrebbero superare i 160.000 entro il 2030.
Ciò significa 40 decessi per malattie cardiache e circolatorie legate all’inquinamento atmosferico ogni giorno. Un numero impressionante che è legato ai dati ottenuti dalla recente ricerca We’re full of it.
“Almost a quarter of the population are likely to be risking their health, just by breathing the air around them”.
Drammatico. Un quarto della popolazione è a rischio semplicemente respirando l’aria che la circonda. Questo studio mette in evidenza un punto: il particolato fine (PM2,5 vale a dire le polveri sottili) si accumulano anche intorno alle placche di grasso delle arterie già colpite da questa patologia.
Da questo punto ne deriva un peggioramento delle condizioni di salute e correlazione tra alti livelli di inquinamento atmosferico e peggioramento delle condizioni cardiache esistenti nella popolazione.
La relazione tra inquinamento e salute del cuore
Ulteriori studi, come ad esempio Diesel exhaust particulate increases the size and complexity of lesions in atherosclerotic mice, hanno dimostrato che le particelle negli scarichi diesel peggiorano lo stato dell’aterosclerosi. Vale a dire la formazione di placche di grasso all’interno delle arterie che possono bloccare i vasi sanguigni, provocando un infarto cardiaco o un ictus. In sintesi:
“Increased atherosclerosis is caused by the particulate component of diesel exhaust producing advanced plaques with a potentially more vulnerable phenotype. These results are consistent with the suggestion that removal of the particulate component would reduce the adverse cardiovascular effects of diesel exhaust”.
L’aumento della condizione di aterosclerosi è causato dal componente particolato dei gas di scarico diesel. Tutto questo senza dimenticare altri approfondimenti come quelli della ricerca Inhaled nanoparticles accumulate at sites of vascular disease. La domanda è chiara: le nanoparticelle inalate si trasferiscono e contribuiscono direttamente alla patogenesi delle malattie cardiovascolari?
Qui è stato dimostrato che alcune nanoparticelle presenti nell’inquinamento atmosferico riescono a passare dai polmoni al flusso sanguigno in un periodo che va dai 15 minuti alle 24 ore. Quindi in tempi minimi, d’altro canto erano presenti dopo 3 mesi.
Questo processo è irreversibile?
No, c’è uno spiraglio. L’aumento di morti causati dall’inquinamento atmosferico può essere evitato. Tutto questo – 160.000 entro il 2030 – può diventare una realtà a meno che il governo non segua un’azione coraggiosa. Un’azione in grado di affrontare l’inquinamento non come una semplice conseguenza, un prezzo da pagare per il progresso, ma come un’emergenza sanitaria.
Sempre secondo la British Heart Foundation, si devono seguire le regole dell’OMS e bisogna studiare un quadro di responsabilità che includa tutti i livelli del governo e degli enti pubblici per migliorare l’inquinamento atmosferico. Bisogna anche comunicare l’impatto dell’inquinamento sulla salute Senza dimenticare il punto fondamentale: ridurre le principali fonti di inquinamento atmosferico,
Limitare i danni con scelte politiche
I risultati delle ricerche citate forniscono il giusto supporto scientifico per promuovere l’attuazione di strategie necessarie contro le emissioni di particolato legate ai veicoli. E sembra che le ultime notizie rispetto alle scelte legate all’ecologia e al mercato automobilistiche siano a favore di questa scelta:
“New cars and vans powered wholly by petrol and diesel will not be sold in the UK from 2030, Prime Minister Boris Johnson has said. But some hybrids would still be allowed, he confirmed”.
Il premier Boris Johnson ha dichiarato, secondo la BBC, che dal 2030 non saranno più vendute auto nuove alimentati interamente a benzina e diesel. Saranno accettati i modelli ibridi, vedremo in che misura ma in ogni caso questo è un punto importante che l’Europa intera deve seguire.




E i cittadini devono accogliere seguendo sempre le classiche regole per prevenire, nella propria routine quotidiana, i problemi cardiaci grazie a alimentazione equilibrata, movimento fisico e abitudini sane. Come il limitare l’uso di alcolici, ridurre il peso corporeo e chiudere definitivamente con il fumo.