Se vogliamo tornare nel breve periodo ad una vita normale -in epoca di COVID-19- e salvaguardare noi ed i nostri cari, la vaccinazione è la sola strada possibile.
Nei mesi trascorsi, siamo stati tempestati da notizie riguardanti le infezioni virali tanto che ormai tutti, operatori del settore e profani, hanno dovuto acquisire nel proprio vocabolario lessicale quotidiano, termini come “indice R/t” e le “curve di contagio”; purtroppo in molti casi si rischia di inciampare nell’erronea credenza di essere “padroni” di termini che solo dodici mesi addietro non erano certo sulla bocca di tutti, forse in quel caso anche di troppi pochi.
Medici, virologi, epidemiologi, immunologi hanno fatto irruzione nelle nostre case, come opinionisti, affermando di volta in volta concetti e competenze spesso contraddittori l’uno con l’altro. L’Italia infatti, è stata uno dei paesi al mondo, dove sia sulla carta stampata che nei programmi televisivi la cronaca del Covid ha preso più spazio.
Lo stesso Papa Francesco ha lanciato uno degli messaggi più veri, quanto più inascoltati dalla comunità tutta: “Non possiamo essere sani, in un mondo malato“.
Finalmente ora, grazie allo sforzo della ricerca globalizzata, abbiamo a disposizione un’arma fenomenale, per combattere questa tragedia. Una pandemia che finora ha distrutto affetti, vite e famiglie sia dal punto di vista umano che da quello sociale ed economico.
Il giusto approccio
Questa grave emergenza ha provocato (e continua a provocare) stravolgimenti finora immaginati solo nei film di fantascienza più distopica. Ciascuno di noi ha quindi il dovere, per sé e per il bene della collettività, di contribuire a debellare questo flagello dell’umanità.
Senza ombra di dubbio la scienza ci ha salvato tante volte, ed altrettanto efficacemente lo farà anche adesso. Ciò nonostante, proprio l’enorme diffusione mediatica ed il risalto che i media hanno dato anche a personalità di dubbia fama, hanno contribuito ad enfatizzare il germe del sospetto e della “dietrologia” a tutti i costi.
Si rincorrono tesi complottiste che non hanno alcun riscontro con l’evidenza scientifica, e si dà credito a personaggi che non hanno alcun titolo per esprimere contrarietà, alimentando così un sistema che crea una malcelata diffidenza nei confronti di ciò che viene prodotto dallo studio e dalla scienza, per la nostra salute.
Indubbiamente si sarebbe potuto e dovuto fare molto di più in tema di trattamento (specie dopo i primi riscontri autoptici) precoce e domiciliare dei pazienti sintomatici. Forse l’impatto sulle strutture sanitarie ospedaliere sarebbe stato meno drammatico se si fosse (fin dal mese di Maggio 2020) istituito un protocollo di terapia domiciliare adeguato e non si fosse svuotata la medicina territoriale delle proprie competenze.
Al netto di questi errori tuttavia, oggi abbiamo una difesa che ci permetterà di vincere (definitivamente) questa battaglia a livello globale. La scienza ha permesso a tutti noi di avere un’aspettativa di vita quasi doppia rispetto a 100 anni fa. I vaccini ci hanno consentito di debellare malattie invalidanti e mortali.
È preferibile la scienza al “chiacchiericcio” televisivo, alle mamme “sotuttoio” di Facebook, alle “indagini” fai da te ed alle “tesi complottistiche” degne degli autori dei film della serie Fantomas (con Louis De Funes).
Io mi vaccino ?
Credo fermamente che la risposta sia nella scienza, una delle cose più importanti che abbiamo, forse la più importante, quella che attraverso scoperte e dati alla mano salva vite tutti i giorni, non solo in momenti di crisi, non solo quando i fari degli show televisivi sono accesi.
Ovviamente contro questo nuovo virus io mi sono vaccinato.
Mi sono vaccinato per me, per i miei familiari, per i miei pazienti, per quegli anziani che hanno costruito la Nostra Nazione e che ora sono isolati in casa o nelle residenze per anziani ed hanno trascorso le festività da soli e con la paura che il “maledetto virus” li avrebbe portati via per sempre, senza poter rivedere ed abbracciare i propri figli e nipoti.
Mi sono vaccinato per le persone malate e fragili, per le madri e padri di ragazzi disabili, che più degli altri hanno sofferto e soffrono la “solitudine del virus”.
Vorrei vaccinarmi contro una piaga spaventosa quanto un virus ma forse tristemente più accettata, una piaga a cui ci siamo lentamente abituati e che purtroppo non può essere estirpata con una semplice iniezione. L’ignoranza.
Una voce amica, Piero Angela
In una recente intervista anche Piero Angela, padre della Comunicazione Scientifica Italiana, si è dichiarato a favore della vaccinazione anti COVID-19:
“Dopo medici e infermieri dovrebbe toccare ai vecchietti, categoria nella quale rientriamo io e mia moglie; ci vaccineremo appena possibile, sperando che funzioni. Abbiamo ormai tutti capito” –afferma il noto conduttore- “Che il coronavirus è estremamente contagioso: appena si abbassa la guardia il contagio nella popolazione torna ad aumentare. Perché questo meccanismo si arresti è necessario raggiungere l’immunità di gregge, con il 70% delle persone refrattarie al virus. Ecco perché tutti dovrebbero vaccinarsi”.
A chi ha paura del vaccino dice: “Capisco la loro paura, ma penso che dovrebbero temere più la malattia che il vaccino. Lo dicono i numeri, sessanta mila morti. L’alternativa è non vaccinarsi e lasciare che il virus circoli sempre più, aumentando la sua forza e quindi anche il rischio di ammalarsi”.
Informazioni utili sul vaccino a mRNA
Vediamo quindi di fare un pò di chiarezza:
Cos’è il vaccino a mRNA?
Di solito nella vaccinazione viene iniettato il virus (o il batterio) «indebolito» oppure una parte di esso. Il sistema immunitario riconosce l’«intruso» e produce gli anticorpi che utilizzerà nel momento in cui incontrerà quello «vero». Nel caso dei vaccini a Rna, invece, si inietta l’«istruzione» per produrre una particolare proteina, la Spike, che è quella che il virus utilizza per legarsi alle cellule (tramite i recettori ACE2) e farsi strada al loro interno. La cellula produce quindi da sola la proteina «estranea», che una volta riconosciuta dà avvio alla produzione degli anticorpi.
Può modificare il DNA umano?
Oltre a non avere le «istruzioni» per modificare il Dna, l’Rna messaggero non entra mai nel nucleo della cellula, che contiene il genoma. Di conseguenza, non può alterarlo in nessun modo. Inoltre l’Rna messaggero si degrada dopo pochi giorni, una volta eseguito il suo «compito».
Il vaccino può provocare la malattia?
Non utilizzando virus attivi, ma soltanto una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici, il vaccino a mRna attualmente in uso in Italia non può causare malattie. Nemmeno, dunque, la Covid-19.
Grado di protezione del vaccino anti COVID-19
Secondo i dati pubblicati, la protezione vaccinale è superiore al 90% sette giorni dopo la seconda vaccinazione. Si tratta della prima omologazione al mondo con procedura ordinaria. Non è ancora possibile farsi un’idea della durata della protezione di questi vaccini. Infatti, è possibile che l’efficacia dei vaccini messaggeri contro l’RNA possa rimanere molto elevata (95%) per anni, o possa diminuire dopo 3-4 mesi e poi stabilizzarsi, o possa diminuire continuamente. Non si può quindi ancora escludere che la vaccinazione periodica (annuale?) sia necessaria per le persone a rischio, come nel caso dell’influenza.
Effetti collaterali noti del vaccino anti COVID-19
In 2 persone su 3 di età superiore ai 55 anni, la puntura provoca un dolore da lieve a moderato.
Circa 1 persona su 20 sviluppa anche un arrossamento e/o prurito transitori.
Nei giorni successivi alla vaccinazione, alcuni effetti collaterali possono manifestarsi e scomparire, nella maggior parte dei casi, nel giro di pochi giorni. Questi includono sensazioni di stanchezza, mal di testa (in circa 2 persone su 5), brividi, dolori muscolari o articolari (in circa 1 persona su 5). Inoltre 1 persona su 10 circa, sviluppa una febbre transitoria e 1 su 12 sviluppa diarrea.
Tra i 43.000 partecipanti alla sperimentazione clinica di fase 3, nessun effetto collaterale grave è stato osservato più frequentemente in coloro che hanno ricevuto il vaccino rispetto a coloro che hanno ricevuto il placebo.
Pazienti Immunodepressi
Al momento non ci sono sufficienti dati per valutare l’efficacia del vaccino in persone che hanno già avuto il COVID-19.
Sono invece disponibili dati limitati sulle persone immunocompromesse, secondo cui il vaccino potrebbe essere meno efficace in esse rispetto alle persone immunocompetenti, ma non sono comunque ipotizzati problemi di sicurezza.
Attenzione: Questo articolo fa parte della raccolta a tema Covid-19 curata dalla SISMED.
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