Malattia renale e cardioflogosi

Dettagli per una corretta prevenzione

Claudio Ferri * e Livia Ferri **

* Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università dell’Aquila
** Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma

  La malattia renale cronica eleva per se il rischio cardiovascolare e, ovviamente, renale. In accordo con ciò, i pazienti con malattia renale cronica presentano un rischio cardiovascolare che può essere elevato, molto elevato oppure “estremo”. Incidenza e prevalenza di eventi cardiovascolari,  infatti, sono significativamente più alte nei pazienti con stadio di malattia renale cronica dal primo al quinto, in maniera progressivamente crescente ed ulteriormente amplificata dalla presenza di albuminuria o franca proteinuria. Questo è vero a tale punto che la causa principale di morte nella popolazione nefropatica è la malattia cardiovascolare e non quella renale in fase terminale (1). Ovviamente, ciò è vero anche per la progressione del danno renale, acuita dalla simultanea presenza di riduzione del filtrato glomerulare stimato e proteinuria (Figura).

Dura Lex sed Lex - Accesso riservato

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