La miocardite è un disturbo cardiaco che interessa l’infiammazione del muscolo adibito alla gestione del sangue nel corpo umano. Nello specifico, questa condizione interessa la sezione intermedia dell’organo nota appunto come miocardio. Questa condizione può essere localizzata ma si può anche diffondere aumentando la pericolosità e il danno.
Infatti, la miocardite è un nemico subdolo: in alcuni casi si presenta addirittura con sintomi lievi. Ma il procedere della condizione patologica può portare anche a rischi importanti per la salute individuale. Senza dimenticare che in questo periodo l’attenzione è stata rivolta soprattutto alla relazione tra miocardite e Covid-19. Cosa sapere su tutto questo?
Cos’è la miocardite, definizione
Con il termine miocardite intendiamo un’infiammazione più o meno acuta del miocardio, vale a dire la componente del cuore composta da muscolo che pompa sangue nell’organismo.
Sappiamo che questa sezione è composta soprattutto da fibre muscolari e poi da tessuto connettivo. Di conseguenza possiamo avere una miocardite parenchimatosa e interstiziale, due varianti che colpiscono le rispettive aree di questa preziosa componente del corpo.
Quali sono i sintomi della miocardite
I sintomi sono molto variabili e dipendono dal tipo di miocardite riscontrata. In un primo momento si possono riscontrare dei segnali lievi, minimi, quasi impercettibili. Ma devono essere un campanello d’allarme per evitare lo sviluppo di una malattia in forma grave.
Solitamente i sintomi della miocardite si riassumono in quello che può essere definito lo scompenso del cuore, ovvero una condizione in cui il muscolo non riesce a svolgere al meglio le sue funzioni. Proprio perché è attaccato dalla miocardite. I sintomi:

- Dispnea, difficoltà respiratoria.
- Edema, gonfiori agli arti inferiori.
- Oppressione e dolori al petto.
- Battito cardiaco irregolare.
- Stanchezza e difficoltà ad affrontare sforzi.
In alcuni casi questi sintomi possono apparire dopo una malattia virale tipo una febbre, nei casi più gravi la miocardite può portare ad aritmie e insufficienze cardiache fulminanti.
Miocardite e Covid-19
La tendenza di sviluppare miocardite è presente tra gli individui che contraggono il Covid-19 insieme ad altre patologie come l’ischemia miocardica acuta e secondo Multimedica:
“Nelle forme più gravi di Covid-19 con disfunzione multiorgano per sindrome da risposta infiammatoria sistemica, il danno miocardico è in genere presente”.
Ciò è stato trattato nei mesi scorsi anche da un nostro articolo che dava conto dei danni cardiaci presenti in molti dei pazienti ospedalizzati a seguito da infezione da Sars-CoV-2
D’altro canto oggi l’attenzione è per un altro aspetto, quello dei possibili effetti collaterali legati ad alcuni vaccini. Ecco la nota diffusa dall’Agenzia Italiana del Farmaco:
“Dopo la vaccinazione con i Vaccini mRNA anti COVID-19 Comirnaty e Spikevax sono stati osservati casi molto rari di miocardite e pericardite. I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile”.
L’aggiornamento della rete nazionale di farmacovigilanza (RNF)
Secondo i dati AIFA pubblicati lo scorso 9 Febbraio e relativi all’anno di campagna vaccinale (dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2021) il numero di casi di miocarditi (livello 1-4) totali su 108.530.987 di dosi somministrate è stato di 256 casi, pari a 2,7 casi per milione di dosi.
Nello specifico il tasso di miocarditi è stato di 2,2 casi per milione di prime dosi, 3,3 per le secone e 0,3 per le terze dosi.
I tassi di segnalazione più elevati si sono avuti nella fascia di età compresa fra 17 e 29 anni, con un maggior numero di casi nel sesso maschile entro la prima settimana dalla somministrazione. AIFA indica inoltre come la durata media della degenza è stata 3 giorni, con un’elevata percentuale di casi paucisintomatici senza o con scarso impegno emodinamico. Tra tutti i casi segnalati è stata elevata la frequenza di casi con risoluzione completa o miglioramento, mentre sono in corso ulteriori indagini di follow up.
Ovviamente, la precisazione è sempre quella che i rischi legati a infiammazione del muscolo cardiaco e del rivestimento del cuore sono nettamente inferiori rispetto ai benefici della vaccinazione. Anche in questo caso, in un nostro articolo più recente, avevamo parlato dei casi di miocardite presenti in giovani vaccinati.
In ogni caso, qualora dovessero presentarsi i sintomi, bisognerà rivolgersi subito al medico curante.
Cause ed eziologia della malattia
Le cause della miocardite sono diverse e solo un’indagine approfondita può far luce su ciò che porta a sviluppare un’infezione del miocardio. Come suggerisce mayoclinic.org, ci possono essere strade differenti da analizzare anche solo analizzando il settore dei virus:
“Many viruses are commonly associated with myocarditis, including the viruses that cause the common cold (adenovirus); COVID-19; hepatitis B and C; parvovirus, which causes a mild rash, usually in children (fifth disease); and herpes simplex virus. Gastrointestinal infections (echoviruses), mononucleosis (Epstein-Barr virus) and German measles (rubella) also can cause myocarditis. It’s also common in people with HIV, the virus that causes AIDS”.
La miocardite può svilupparsi dopo una comune febbre (sicuramente una condizione rara ma non improbabile) ma anche in seguito a malattie più complesse come il ben noto Covid-19 o la piaga dell’HIV che riguarda soprattutto i paesi in via di sviluppo.
Poi tra le possibili cause della miocardite c’è il fronte dei batteri che possono portare alla miocardite, compresi i funghi come la candida o l’istoplasma, che si trova spesso negli escrementi di uccelli e che colpisce soprattutto chi ha un sistema immunitario debole.
Malattie autoimmuni, medicinali molto impegnativi per il corpo – come quelli per il trattamento del cancro – abuso di alcool e droghe possono causare miocardite. Lo stesso vale per alcuni prodotti e sostanze come il veleno dei serpenti, il monossido di carbonio.
Come curare la miocardite
In primo luogo c’è la diagnosi che viene fatta attraverso mezzi differenti come l’ECG per individuare insufficienze cardiache e aritmie, esami del sangue per individuare un marcatore di miocardite, la coronarografia per valutare le coronarie e altri esami ancora.
Una volta individuato il problema e definita la tipologia di miocardite (acuta, subacuta, cronica, lieve o grave) si procede con terapia farmacologica per proteggere il cuore e lenire gli effetti dovuti all’infiammazione. In ogni caso la difficoltà di cura dipende dal fatto che non sempre questa condizione viene avvertita dal paziente. L’invito mayoclinic.org è netto:
“Contact your doctor if you have symptoms of myocarditis, particularly chest pain and shortness of breath. If you’ve had an infection, be alert for the symptoms of myocarditis and let your doctor know if they occur. If you have severe symptoms, go to the emergency room or call for emergency medical help”.
Bisogna rivolgersi al medico se si hanno sintomi di miocardite, in particolare dolore al petto e mancanza di respiro. E se si registrano sintomi gravi bisogna andare al pronto soccorso. Questa è la strada da seguire: controlli periodici, vigilanza e nessun timore di chiedere subito il supporto necessario per anticipare il peggioramento della malattia.