Spesso nota come la malattia del bacio a causa della sua procedura di trasmissione, la mononucleosi è uno dei disturbi più comuni soprattutto nella fascia di età compresa tra i 15 e i 35 anni. In realtà il contagio non è collegato solo ed esclusivamente alle effusioni, più in generale è la saliva il mezzo di diffusione dell’agente patogeno. Cosa significa questo?
Siamo tutti potenziali bersagli di questo virus. Anche bambini molto piccoli, che tendono a portare tutto alla bocca, possono essere interessati dalla mononucleosi. Fortunatamente la mononucleosi si cura con una certa semplicità ma è giusto definire i vari aspetti.
Cos’è la mononucleosi, una definizione
La mononucleosi è una malattia infettiva causata dal virus Epstein-Barr (EBV) della famiglia herpes virus. Non ha una stagionalità ben precisa e neanche una platea delineata.
Colpisce grandi e piccoli, in ogni angolo del mondo, e ha un decorso che va dai 30 ai 45 giorni. Si viene infettati dallo scambio di saliva – da qui il nome “malattia del bacio” – o dal contatto con oggetti precedentemente toccati da una persona già infetta.
Cosa causa la mononucleosi?
Come ricorda my.clevelandclinic.org, oltre il 90% dei casi di mononucleosi infettiva sono causati dal virus Epstein-Barr. Però i sintomi possono svilupparsi anche a causa di Adenovirus, Citomegalovirus (CMV), Epatite A, B e C,herpes, rosolia, HIV, toxoplasmosi.
Quali sono i sintomi della mononucleosi
Chi è affetto da mononucleosi presenta alcuni sintomi tipici dell’influenza.
Ad esempio si soffre di astenia, ovvero debolezza e senso di spossatezza, dolori articolari e brividi, febbre anche alta, mal di gola con placche bianche, linfonodi ingrossati e doloranti. Anche le eruzioni cutanee sono un tratto distintivo tipico della mononucleosi infettiva.
Ci sono dei tratti tipici della malattia come la splenomegalia, l’aumento delle dimensioni della milza. La mononucleosi infettiva si manifesta, dopo il contagio, nell’arco di 3/6 settimane.
La stanchezza che rimane dopo la guarigione, anche per qualche settimana, è uno dei tratti distintivi di questa malattia che rischia di essere confusa con una semplice influenza.
Come prevenire e guarire dalla mononucleosi
Non esiste un vaccino per proteggersi dalla mononucleosi infettiva. L’unico modo per tentare di sfuggire al contagio è evitare di baciare e condividere bevande, cibo o oggetti personali con persone affette da mononucleosi infettiva. per curarla si segue la prassi dell’influenza:
- Bere tanti liquidi.
- Riposare e dormire.
- Farmaci per dolore e febbre.
- Lenitivi per il mal di gola.
- Evitare urti alla milza.
Non esistono farmaci specifici per il trattamento della mononucleosi, solo soluzioni che fungono da terapie sintomatiche. Di solito non sono necessari analisi specifiche per diagnosticare la mononucleosi anche se, come sottolinea www.cdc.gov:
“The blood work of patients who have infectious mononucleosis due to EBV infection may show more white blood cells (lymphocytes) than normal, unusual looking white blood cells (atypical lymphocytes), fewer than normal neutrophils or platelets, abnormal liver function”.
Le analisi del sangue dei pazienti con mononucleosi infettiva possono mostrare più globuli bianchi (linfociti) del normale, globuli bianchi dall’aspetto insolito, meno neutrofili o piastrine.
Quali sono le conseguenze della mononucleosi?
Nella maggior parte dei casi, bastano due o tre settimane per risolvere positivamente i casi di mononucleosi infettiva. La complicazione più grave può essere quella relativa alla milza. Infatti, uno degli effetti noti di questa malattia è l’ingrossamento di quest’organo.
“If your spleen bursts, it can bleed into your abdomen. Internal bleeding from a ruptured spleen can be life-threatening and requires emergency surgery”.
Il sito my.clevelandclinic.org ricorda che la milza ingrossata che scoppia è la preoccupazione principale della mononucleosi: se la milza si lacera può portare a una emorragia interna.
Inoltre uno degli effetti che si osserva con frequenza dopo la guarigione è una sindrome da affaticamento che limita chi ha avuto la mononucleosi dal punto di vista fisico e mentale.
Collegamenti con la sclerosi multipla
Recentemente un articolo pubblicato su Science pare abbia dimostrato con forti evidenze la relazione causa effetto tra infezione da Virus Epstein-Barr e possibile sviluppo della malattia. In effetti, la maggior parte delle persone infettate da questo virus comune non sviluppa la sclerosi multipla e non è possibile dimostrare direttamente la causa di questa malattia negli esseri umani.
Riporta l’articolo scientifico: “Utilizzando i dati di milioni di reclute militari statunitensi monitorate in un periodo di 20 anni, Bjornevik et al. hanno determinato che l’infezione da virus di Epstein-Barr aumenta notevolmente il rischio di successiva sclerosi multipla e che ha preceduto lo sviluppo della malattia, supportando il suo potenziale ruolo nella patogenesi della sclerosi multipla.”