Dimensioni psicologiche nella malattia cardiovascolare

Fattori influenti nell’aderenza e persistenza terapeutica

Jessica Ranieri*, Claudio Ferri§ç, Dina Di Giacomoˠ¥

L’aderenza nelle malattie cardiovascolari

La malattia cardiovascolare è una malattia cronica non trasmissibile che causa ad oggi, seppure in diminuzione, più della metà di tutti i decessi in Europa. L'80% delle malattie cardiache ed ictus è possibile prevenirle attraverso l’attuazione di misure efficaci soprattutto per i soggetti ad alto rischio. Nonostante la disponibilità di terapie farmacologiche efficaci e ben tollerate che consentano di controllare efficacemente la pressione sanguigna in quasi l'80% dei pazienti, secondo studi clinici, l'ipertensione rimane il principale fattore di rischio per lo sviluppo di ictus, malattie coronariche, insufficienza cardiaca congestizia e malattie croniche renali [1,2,3,4,5].

In questo contesto, non è possibile migliorare il controllo della pressione sanguigna senza affrontare il problema dell'aderenza e della compliance del paziente alla terapia farmacologica [6,7,8]. Naderi e coll. [9] hanno osservato l'aderenza alla terapia farmacologica da parte di un gruppo molto ampio di pazienti sottoposti al trattamento per la prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari; gli autori hanno riscontrato una bassa aderenza alla terapia non solo con agenti antipertensivi ma anche con trattamenti ipolipemizzanti e aspirina.

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