Riflessioni sul Covid e sulla Chirurgia

L’anno che ci siamo lasciati alle spalle verrà ricordato sicuramente per la terribile pandemia che ci ha afflitto e dalla quale fatichiamo ad uscire. In questo scenario del tutto imprevedibile il sistema sanitario nazionale si é trovato a fronteggiare una situazione senza precedenti.

La necessità improvvisa di posti letto dedicati ai pazienti affetti da infezione Covid-19 e non trattabili a domicilio per sintomi gravi, ha stravolto gli equilibri e le priorità assistenziali, ridefinendo i confini operativi delle singole branche mediche e chirurgiche.

In questo scenario spicca con particolare rilevanza il crollo dell’attività chirurgica in elezione: finora è stato calcolato che sono stati sospesi in Italia circa 600.000 interventi chirurgici ma il dato più allarmante è sicuramente il ritardo che si è avuto nella presa in carico degli interventi con maggiore priorità, ovvero quelli di natura “oncologica”.

I dati statistici documentano come in era Covid-19, in Italia, il tempo d’attesa tra la prima osservazione e l’intervento chirurgico per patologia oncologica sia raddoppiato in moltissimi centri, complice non solo la riduzione drastica dei posti letto a disposizione ma anche quella delle sale operatorie settimanali a disposizione (ridotte a meno della metà dello standard a pieno regime).

Tenuto conto che negli ultimi anni si erano create sempre più delle chirurgie oncologiche “superspecialistiche” con pochi centri di riferimento ad alto volume (detti anche hub), in grado di catalizzare la ricettività della stragrande maggioranza dei casi, è facile comprendere come la pandemia abbia di necessità rivalorizzato i centri periferici territoriali (detti anche spoke), affinché fornissero un contributo fondamentale nella risposta alle esigenze cliniche dei pazienti oncologici.

D’altro canto però gli elevati standard nell’approccio multidisciplinare in chirurgia oncologica che i centri hub avevano ottenuto nel trattamento di specifiche malattie d’organo non sono più riusciti ad essere alla portata di molti.

Questa pandemia ci sta sicuramente insegnando come la condizione di “normalità” per come la intendevamo resta un concetto assolutamente labile e incostante.
Sarà quindi fondamentale non soltanto puntare tutti gli sforzi sulla campagna vaccinale ma costruire da subito una “macchina organizzativa” pronta ed efficiente in caso di nuova pandemia.

A tal proposito appare di cruciale importanza che il sistema sanitario nazionale stesso preveda in futuro una più chiara e stringente sinergia tra le strutture, identificando parametri molto stringenti per l’assegnazione di specifiche competenze assistenziali ai singoli ospedali.

Solo in questo modo si potrà garantire al meglio da un lato il mantenimento di standard qualitativi elevati per il trattamento delle patologie non demandabili come quelle oncologiche e dall’altro l’adeguata assistenza sanitaria delle emergenze cliniche.

Dr. PAOLO REGI

Reparto di Chirurgia Generale
Unità di Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica
Ospedale “Dott. Pederzoli”
Via Monte Baldo N°24, c.a.p. 37019
Peschiera Del Garda (VERONA)
Tel. personale: 045 6449114
paoloregichirurgo@gmail.com