Scuola e nuovo Coronavirus, rischi e precauzioni

Il rapporto tra scuola e Covid-19 è sempre stato uno dei nodi cruciali della pandemia. In Italia come per tutti gli altri paesi, da febbraio/marzo 2020 a oggi, sono state interrotte tutte le attività aperte al pubblico. La scuola è stato uno dei servizi pubblici maggiormente colpiti. Con il DPCM numero 6 del 23 febbraio 2020, infatti, il Presidente del Consiglio decreta diversi provvedimenti per il contenimento della pandemia. In questi troviamo la:

“Sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e  delle  scuole di ogni ordine e  grado,  nonché  della  frequenza  delle  attività scolastiche e di formazione superiore, compresa quella universitaria, salvo le attività formative svolte a distanza”.

Entra in gioco, così, la famosa DAD. Vale a dire la didattica a distanza, una formula che consente di procedere con il percorso formativo con strumenti simili a quelli dello smart working e del telelavoro.

Suite basati su tecnologia cloud come quelle di Google e di Microsoft consentono di replicare l’aula in forma digitale, assegnando esercizi, svolgendo lezioni, lavorando su esercitazioni in classe. 

Tutto questo ha funzionato e sta funzionando come metodo alternativo, non senza qualche problema, ma le spinte per ritornare in aula sono forti. In che modo possiamo attenuare i rischi che si trovano tra scuola e Covid-19? Esistono delle precauzioni da rispettare? Ecco cosa approfondire.

Perché si spinge verso la riapertura delle scuole

Photo by Philippe Bout on Unsplash

Il primo punto da affrontare in questi casi è legato alle motivazioni delle riaperture. Il primo pensiero potrebbe essere quello del buon senso: la scuola può essere un luogo di trasmissione quindi conviene lasciare i ragazzi a casa. In realtà continuare con una didattica a distanza non è la soluzione migliore per garantire il miglior equilibrio psicologico e le condizioni generali di salute dei propri figli.

Come suggerisce l’aggiornamento dell’European Centre for Disease Prevention and Control (qui puoi scaricare il PDF), possiamo parlare di un vero e proprio impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei ragazzi, ma anche sul livello di istruzione e sulla qualità dell’apprendimento. 

“There is a general consensus that the decision to close schools to control the COVID-19 pandemic should be used as a last resort. The negative physical, mental health and educational impact of proactive school closures on children, as well as the economic impact on society more broadly, would likely outweigh the benefits”.

Ecco perché, in linea di principio, la decisione di chiudere le scuole per controllare la pandemia COVID-19 dovrebbe essere utilizzata come ultima risorsa. Il timore di possibili focolai e la necessità di adeguare le strutture, i trasporti e i servizi ha determinato un continuo rimando che però si sta risolvendo. Infatti la tendenza è quella di riaprire, anche se in ordine sparso, le scuole. 

Nel rapporto dell’ISS pubblicato lo scorso 4 gennaio si legge infatti: “La decisione di riaprire le scuole comporta un difficile compromesso tra le conseguenze epidemiologiche e le esigenze educative e di sviluppo dei bambini. Per un ritorno a scuola in presenza, dopo le misure restrittive adottate in seguito alla seconda ondata dell’epidemia di COVID-19, è necessario bilanciare le esigenze della didattica con quelle della sicurezza. Le scuole devono far parte di un sistema efficace e tempestivo di test, tracciamento dei contatti, isolamento e supporto con misure di minimizzazione del rischio di trasmissione del virus, compresi i dispositivi di protezione individuale e un’adeguata ventilazione dei locali”

Covid-19 e scuole, quali rischi sulle riaperture

Si può sicuramente sostenere che la riapertura della scuola può essere una possibile fonte di contagio, se non altro perché corrisponde con un aumento della popolazione sui mezzi pubblici e in diversi altri contesti pubblici. Ma i rischi, secondo diverse analisi, sono tendenzialmente bassi. 

La trasmissione del SARS-CoV-2 può sicuramente avvenire anche all’interno dell’ambiente scolastico e sono stati segnalati cluster nella scuola materna, in quella primaria e secondaria. Ma gli episodi nati nell’ambito delle aule e dell’educazione rappresentato una minoranza di tutti i casi di Covid-19.

Inoltre c’è da aggiungere che la maggior parte dei bambini non sviluppa sintomi, in alcuni casi si manifesta una forma molto lieve della malattia. I tassi di ospedalizzazione dei più piccoli è molto basso anche se non bisogna mai sottovalutare i casi relativi ai bambini con patologie pregresse.

Sempre l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, indica nel 2% la percentuale del numero di focolai d’infezione generati dall’attività scolastica sul totale dei focolai registrati in Italia.

Ciò rende la scuola un ambiente relativamente sicuro, a patto che siano rispettati i protocolli necessari nelle aule per assicurare distanziamento, mascherine e igiene delle mani. Sempre il centro europeo di controllo delle malattie conferma questi dati:

“Transmission of SARS-CoV-2 can occur within the school setting and clusters have been reported in all types of schools settings (…). However, school outbreaks have not been a prominent feature in the COVID-19 pandemic. (…) Transmission in schools has accounted for a minority of all COVID-19 cases in a given country.

Recentemente uno studio pubblicato su Nature ha posto l’accento sulla velocità di propagazione dei droplets e sulla carica virale delle “nuvole” di respiro emesse in particolari condizioni di umidità dell’aria. In relazione a ciò, due giovani studentesse Perugine hanno poi disegnato uno schema di contagio all’interno della loro classe in cui i soli compagni posti nelle ultime file fossero stati contagiati, stabilendo quindi come il ricambio d’aria ed il tasso di umidità all’interno di un ambiente chiuso giochino un ruolo fondamentale nella propagazione dell’infezione.

I rischi di rimanere a casa con la DAD

Di sicuro in questo modo si abbattono i rischi di incontrare persone che potrebbero rappresentare un pericolo per il contagio del SARS-CoV-2, però ci sono altri pericoli all’orizzonte. La sintesi dell’NCBI:

“Studies show that young children show more clinginess, disturbed sleep, nightmares, poor appetite, inattentiveness, and significant separation problems”.

Il tasso di diffusione della Covid-19 tra bambini e adolescenti è basso, ma lo stress che devono affrontare è importante. Molto dipende dall’età, dallo stato di istruzione, dalle condizioni di salute. In linea di massima, gli studi dimostrano che si manifestano disturbi del sonno, incubi, scarso appetito, disattenzione e significativi problemi di separazione dai genitori per i più piccoli.

Quali sono le precauzioni?

I problemi legati alla scuola riguarda gli spazi nelle aule e sui mezzi pubblici. Le misure da attuare sono già abbastanza chiare: distanziamento fisico, ventilazione, lavaggio delle mani, l’uso di mascherina quando possibile. Oltre a seguire il parere del proprio medico e del pediatra, per garantire un ritorno a scuola più sereno possibile bisogna seguire i punti lasciati dal Ministero della Salute:

  • Misura la temperatura prima di uscire e assicurarsi che sia sotto i 37.5 gradi.
  • Abitua i piccoli e consiglia i più grandi: bisogna lavare e igienizzare le mani spesso.
  • Bisogna sempre usare la mascherina negli spazi comuni e negli spostamenti.
  • Mai sottovalutare la distanza: anche se è difficile, nessun contatto ravvicinato.
  • Suggerisci di seguire sempre le indicazioni e la segnaletica per evitare assembramenti.
  • Rispetta orari d’ingresso e regole per accompagnare i figli a scuola.
  • Presta particolarmente cura ai bambini con stati di salute delicati.

Da genitore è utile vigilare sugli assembramenti che si creano fuori la scuola, soprattutto nel caso gli istituti delle scuole medie e superiori. Bisogna mettere in guardia i figli da questi contatti tra non conviventi e agevolare, quando possibile, il trasporto indipendente. Evitando così i mezzi pubblici con il duplice beneficio: lasciare spazio a chi lo deve usare per forza ed evitare possibili contagi.

Scuola e Covid-19: quale strada seguire?

Di sicuro il primo passo da muovere è quello di chiedere consiglio al medico di base e, nel caso, al pediatra per avere indicazioni specifiche anche per le condizioni del singolo bambino. 

Inoltre può essere utile prenotare un incontro, anche con videochiamata, con la persona responsabile dell’istituto per avere indicazioni su come la scuola sta lavorando per rispettare le principali norme per il contrasto alla pandemia da SARS-CoV-2. Valutando sempre un buon equilibrio tra la sicurezza per evitare il contagio da Covid-19 e la salute dei più piccoli che hanno bisogno della scuola in presenza.

Attenzione: Questo articolo fa parte della raccolta a tema Covid-19 curata dalla SISMED.
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