A cura del Prof. Claudio Ferri e della Dott.ssa Livia Ferri
Statine
La malattia cardiovascolare e cerebrovascolare è indotta, sostenuta ed aggravata in modo sostanziale dall’incremento del colesterolo LDL (1). Poiché la valutazione della colesterolemia LDL, diretta o calcolata mediante formula di Friedewald, può non dare una corretta idea del potenziale lesivo complessivo esercitato dal colesterolo contenuto in lipoproteine differenti, quale le IDL oppure la Lp(a), sta prendendo progressivamente piede il calcolo del rischio attraverso la semplice valutazione del colesterolo non-HDL (2). E’ questo, ad esempio, il parametro preso in considerazione dalle 2021 ESC Guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice (vedi Figura sottostante) (2).

La sostanza del problema non cambia, essendo comunque il rischio correlato linearmente al livello di colesterolo LDL e risultando i farmaci comunemente usati, quali le statine, efficaci nel ridurre sia il colesterolo LDL che il colesterolo non-HDL. In questo ambito, è bene sottolineare che tutte le Linee Guida più recenti, sia internazionali (3) che nazionali (4) raccomandano l’uso esclusivo di statine ad elevata intensità: rosuvastatina oppure atorvastatina (vedi Figura sottostante).
Dura Lex sed Lex - Accesso riservato
Questa pagina è visualizzabile solo da personale medico…. La norma prescrive che vi sia un filtro per le pagine contenenti dati su cure, indicazioni terapeutiche o contenuti simili. Iscriviti gratuitamente oppure, se già iscritto effettua il log in per leggere il resto del contenuto. Se questo messaggio dovesse apparire anche dopo aver effettuato il login, sarà semplicemente necessario aggiornare la pagina e sarà completamente visibile