Cosa dobbiamo sapere rispetto alla terza dose del vaccino Covid-19?

La terza dose del vaccino per proteggersi dal Covid-19, e sviluppare gli anticorpi tali da proteggere i più fragili e combattere la malattia nelle sue fasi più acute, è una realtà. Nel mondo sono iniziate da tempo le somministrazioni e lo stesso vale anche in Italia.

Attualmente, in data ottobre 2021, siamo a circa 350.000 terze dosi effettuate rispetto a un totale di circa 43 milioni di persone che hanno completato il ciclo delle due dosi. 

Questi sono i numeri ufficiali del Governo Italiano che indicano una sostanziale buona riuscita della campagna vaccinale: i numeri del contagio e dei suoi effetti sulle ospedalizzazioni sono incoraggianti e questo è merito anche della campagna vaccinale. 

Una campagna che ha espresso parere positivo per la dose di richiamo, il booster come si chiama in gergo medico. A chi è rivolta? Chi deve effettuare la terza dose? Perché è necessario un richiamo? Ecco tutto quello che devi sapere da fonti ufficiali e confermate.

Perché fare la terza dose del vaccino Covid-19?

Il vaccino di richiamo contro il Covid-19 è una dose aggiuntiva a quelle somministrate alle prime due (o a quella singola del vaccino Johnson & Johnson) che hanno iniziato la naturale fase di declino nel tempo rispetto alla capacità di protezione dalle condizioni più severe. 

In sintesi, questa iniezione è pensata per mantenere il livello di immunità più a lungo ed è pensato – in questa prima fase – per le persone che corrono maggiori rischi sia per condizioni sanitarie, età ed esposizione a fattori di rischio. Cosa cambia rispetto alle altre dosi?

“A third dose of the Covid-19 vaccines (Pfizer or Moderna) is identical to the first two doses. It can help protect people with weakened immune systems who did not have a strong enough response to the first two doses of one of the mRNA vaccines”.

La terza dose dei vaccini mRNA COVID-19 (Pfizer o Moderna) è identica alle prime due. Può aiutare a proteggere le persone con un sistema immunitario indebolito che non ha avuto una risposta sufficientemente forte alle prime due dosi di uno dei vaccini mRNA.

H2: Dopo quando è prevista la terza dose?

Le indicazioni attuali: minimo 6 mesi. Dopo questo tempo alcune categorie di persone possono andare in uno degli hub vaccinali, in farmacie convenzionate e in altre strutture apposite e vaccinarsi per la terza dose senza prenotazione. Basta la tessera sanitaria. Prima di qualsiasi iniziativa è necessario chiedere parere al proprio medico curante.

A chi è rivolto il richiamo del vaccino?

In Italia si sta ragionando in modo serrato sulla possibile estensione a fasce più ampie di popolazione. Attualmente, a norma di legge, questo booster anticorpale – quindi in grado di aumentare nuovamente la quantità di anticorpi contro la malattia da Covid-19 – è rivolto agli over 60 che hanno visto trascorrere almeno sei mesi dall’ultima dose di vaccino.

Sono inclusi, in questa terza dose, anche le persone fragili di ogni età che hanno concluso le due dosi di vaccino da almeno sei mesi. Chi sono gli individui fragili in questione?

  • Pazienti che ricevendo un trattamento antitumorale.
  • Chi ha subito un trapianto di organi.
  • Pazienti che assumono medicinali per ridurre il sistema immunitario
  • Chi ha ricevuto un trapianto di cellule staminali negli ultimi 2 anni.
  • Soggetti interessati da Immunodeficienza primaria moderata o grave
  • Infezione da HIV avanzata o non trattata.

Questa è una lista (parziale) suggerita Centers for Disease Control and Prevention americano. Precedente comunicazione aveva già considerato due categorie a cui somministrare la terza dose: pazienti delle RSA e relativo personale, che in passato hanno affrontato una delle parentesi più gravi della pandemia in Italia, e personale medico.

Quale vaccino su userà per la terza dose?

Abbiamo letto diverse opinioni rispetto alla possibilità di utilizzare due vaccini differenti tra prima e seconda dose. Il timore del famigerato mix di vaccini – cavalcato da fake news e propaganda – si scontra contro l’evidenza medica che conferma alcuni punti sostanziali. 

In primo luogo la sicurezza e l’efficacia nell’usare due vaccini differenti tra prima e seconda dose. Come riporta il sito della Commissione Europea, infatti, l’efficienza è superiore:

“Because some vaccines are delivered into the body using a modified virus, it is possible for the immune system to attack the vaccine itself. Mixing the platforms for the booster could reduce the risk of developing immunity against a viral vector vaccine”. 

Dato che alcuni vaccini vengono somministrati nel corpo utilizzando un virus modificato, è possibile che il sistema immunitario attacchi il vaccino stesso. Come risolvere questo punto? Il Governo Italiano sottolinea un aspetto in questa circolare del Ministero della Salute:

“Indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen), considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di AIFA, sarà per ora possibile utilizzare come dose booster uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia (Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna)”.

Usare diverse piattaforme per il richiamo potrebbe ridurre il rischio di sviluppare l’immunità contro un vaccino a vettore virale. D’altro canto il concetto di miscelazione dei vaccini non è nuovo, è stato utilizzato anche per diverse malattie tra cui HIV, malaria, Ebola e influenza. 

Quindi, è perfettamente normale e in alcuni casi auspicabile che persone vaccinate con, ad esempio Astrazeneca, ricevano una terza dose di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna.

Siamo pronti per la terza dose di vaccino?

In altri paesi, come Israele, la terza dose è una realtà che ha già dato i suoi frutti e sta aiutando a risolvere nuove ondate di contagi. Anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione e i risultati si toccano con mano dato che sono previste nuove aperture delle attività pubbliche e social. Il Green Pass e la campagna vaccinale in generale sarà il punto di forza di una ripartenza sicura. Noi abbiamo un dovere: affrontare l’argomento con il nostro medico, valutare tutti gli aspetti relativi allo stato di salute, e seguire le indicazioni.